Settori
Settori di intervento
- Settore primario: agricoltura, allevamento, pesca, estrazione.
- Settore secondario: industria, edilizia, artigianato.
- Settore terziario: servizi, finanza, turismo.
- Bilancia dei pagamenti.
Premessa
Nella nostra esperienza pluridecennale nella gestione e nella risoluzione delle crisi di impresa, ci siamo confrontati con i più disparati settori dell’economia italiana e quindi primario, secondario e terziario. Le nostre operazioni di risanamento hanno riguardato e riguardano imprese che vanno, ad esempio, dall’agricoltura all’industria, dall’edilizia ai servizi, dalla finanza al turismo.
Vuoi ricevere maggiori informazioni sulle nostre attività?
ALIMENTARE
In questo settore siamo stati chiamati a gestire una crisi economico patrimoniale (da scarsa marginalità ed eccessivo indebitamento senior) di una storica cooperativa costituita da circa 600 soci - agricoltori. Il quadro di riferimento si presentava molto complesso in quanto la cooperativa operava in proprio in forma societaria per l’attività di commercio all’ingrosso e al dettaglio di prodotti agroalimentari, mentre agiva attraverso diverse partecipate per la gestione delle attività affini e correlate tra le quali la vivaistica su larga scala, la consulenza agronomica e la vendita di mezzi tecnici.
L’operazione è stata affrontata con il ricorso allo strumento degli accordi di ristrutturazione dei debiti in continuità aziendale. Il piano e la correlata manovra finanziaria sono intervenuti a regolare un indebitamento consolidato superiore a 30 milioni di euro con un rilancio dei ricavi basato su un volume di partenza di circa 22 milioni di euro.
L’operazione ha richiesto un c.d. “secondo giro” a distanza di qualche anno e cioè una sorta di revisione e perfezionamento del primo intervento che è stato necessario per stabilizzare tutta l’operazione di risanamento.
VITIVINICOLO
Abbiamo più volte affrontato crisi di questo settore anche per vicinanza geografica di una delle nostre sedi ai territori di produzione dei grandi rossi toscani. Abbiamo, quindi, aiutato aziende di medio grandi dimensioni produttrici di Brunello di Montalcino, Chianti e Nobile di Montepulciano ad affrontare e superare crisi indotte principalmente da eccessivo indebitamento finanziario e da squilibrio della struttura patrimoniale (incapacità a rimborsare gli investimenti).
). I piani elaborati o in alcuni casi attestati, sono stati gestiti con l’istituto del piano attestato o degli accordi di ristrutturazione del debito. La situazione di maggior crisi che abbiamo dovuto affrontare riguardava un gruppo con un indebitamento consolidato superiore a € 100 milioni.
In alcuni casi gli indebitamenti sono stati ridotti redigendo insieme all’imprenditore piani di dismissione di beni c.d. non core, ovverosia proprietà ed attività non più strettamente funzionali alla continuità aziendale che, conseguentemente, è stata salvaguardata.
COSTRUZIONI EDILI
Negli anni bui della crisi dell’edilizia siamo stati cercati da banche e incaricati da imprenditori per studiare piani di contenimento delle rilevanti perdite che si profilavano in un settore giunto in alcuni capoluoghi a completa saturazione e a conseguente rapido declino.
Le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare sono state relative alla possibilità di elaborare piani in continuità, dovendo in taluni casi ricorrere a piani liquidatori che comunque hanno salvato le aziende da esiti molto peggiori. In tali casi la rilevante perdita di valore degli assets immobiliari dovuta alla maturità del mercato è stata compensata con equivalenti stralci di debito bancario anche di natura ipotecaria.
I file sottoposti al nostro esame riguardavano spesso gruppi anche a carattere familiare, molto noti e radicati nel territorio di riferimento.
EDILIZIA E SETTORI COLLEGATI
Nei settori correlati all’edilizia abbiamo affrontato in particolar modo la crisi di una azienda specializzata nella commercializzazione di attrezzi e macchine del settore e nel noleggio di impalcature e ponteggi. Negli anni della crescita l'azienda si era evoluta in funzione delle esigenze di mercato raggiungendo buoni risultati. La maturità del comparto edile ha comportato la conseguente crisi delle aziende del settore ove si è subita anche la c.d. “stretta creditizia”, per cui le banche non finanziavano più le imprese con i criteri e con l’elasticità in precedenza adottate.
. La fase di declino è stata anche caratterizzata da una forte concorrenza al ribasso dei prezzi da parte delle aziende rimaste sul mercato che ha determinato perdite di marginalità unite anche a ritardi nei pagamenti da parte della clientela. Tale processo involutivo ha fatto sì che lo strumento adottato per risolvere una situazione divenuta insostenibile, fosse quello del concordato preventivo con affitto di azienda che ha avuto il risultato di ridurre le perdite per tutti gli stakeholders ed evitare le responsabilità che, in caso di fallimento, sarebbero ricadute sugli amministratori, permettendo, inoltre, la conservazione, seppur parziale, dei livelli occupazionali, e il salvataggio di un ramo di impresa.
Il nostro incarico ha previsto la gestione di un indebitamento di circa 20 milioni di euro.
HOLDING DI PARTECIPAZIONE ED IMMOBILIARE
Abbiamo affrontato la crisi di società holding di famiglia, proprietarie di immobili e partecipazioni. In un caso una partecipata aveva come azionisti di maggioranza primari istituti di credito che erano diventati soci a seguito di un precedente piano di ristrutturazione che aveva previsto la conversione dei crediti in capitale.
.La crisi ha riguardato l’intera catena partecipativa dove, data la preponderante componente immobiliare, si è pensato di creare un unico ramo di azienda capace di generare reddito, principalmente da locazioni, e ulteriori entrate da dismissioni.
I flussi di cassa così generati hanno permesso il rimborso di parte del debito bancario e la rinegoziazione dei termini di rimborso delle linee di medio lungo termine.
Le banche sono poi progressivamente fuoriuscite dalla compagine sociale della partecipata che in circa quattro anni è tornata in condizioni di equilibrio stabile.
L’operazione è stata condotta su un indebitamento di circa 50 milioni di euro e è stata attuata attraverso l’elaborazione di un piano attestato in continuità aziendale.
ARREDO COMUNITA’
Nel settore dell’arredo comunità abbiamo affiancato un gruppo familiare (molto articolato) detentore di un marchio storico conosciuto a livello mondiale ad affrontare una crisi derivante anche da un passaggio generazionale. Abbiamo aperto un tavolo con i creditori finanziari e abbiamo richiesto il congelamento dell’indebitamento e atteso una fase di medio periodo che è stata necessaria per il rilancio industriale ed attuata anche attraverso il ricambio manageriale.
L’istituto adottato è stato quello degli accordi di ristrutturazione del debito a servizio del quale abbiamo elaborato un piano di continuità che ha previsto anche la dismissione di una forte componente di assets non core tra cui una partecipazione estera, di un immobile molto importante nel centro di Milano già destinato a showroom, di altri immobili industriali non più funzionali al core business.
Il piano che non ha coinvolto fornitori operativi e creditori pubblici qualificati (agenzie fiscali ed Inps), ha raccolto il gradimento dei creditori aderenti, cioè degli istituti di credito, che hanno aderito al 100% della complessiva posizione finanziaria.
HOLDING
In tale comparto abbiamo affrontato delle crisi di gruppo ove a capo vi era una holding detentrice di immobili e partecipazioni e sulla quale si concentrava la maggior parte dell’indebitamento di origine finanziaria.
Abbiamo assistito il gruppo nel turnaround industriale attuato al sottostante piano delle società partecipate e ristrutturato l’indebitamento della holding attraverso la cessione di immobili non core e la rimodulazione di tutto l’indebitamento senior.
SHIPPING NAVALE
E’ questa una delle situazioni di maggiore crisi che abbiamo affrontato, ove abbiamo avuto a che fare con un indebitamento di circa € 130 milioni. Nella pratica commerciale con il termine shipping si individua l’insieme delle attività , commerciali, industriali e di prestazione di servizi, correlate allo svolgimento dei trasporti marittimi internazionali.
In tale comparto ci siamo confrontati con una situazione di crisi dovuta a crescita rapida e incontrollata della attività aziendale che era passata da semplice agente e mediatore nonché gestore di servizi marittimi per conto terzi e spedizioniere a vero e proprio armatore mediante l’acquisizione, finanziata, di nove navi di medio bassa stazza (15.000 / 35.000 tonnellate lorde).
La struttura economico patrimoniale e finanziaria, inizialmente in equilibrio, è entrata in crisi quando il mercato, principalmente legato al trasporto delle commodity, è stato colpito dalla prima grande crisi degli anni 2000 scatenata dai subprime americani che ha poi investito l’intero comparto mondiale prima finanziario e poi economico incidendo pesantemente anche sui commerci.
Il piano di risanamento ha previsto un’attenta osservazione del Baltic Dry Index (BDI) che è un indice quotato a Londra sul Baltic Exchange che rileva l’andamento dei prezzi di spedizione tramite nave delle materie prime sulle rotte mondiali più utilizzate. Grazie a ciò si è potuto capire come proiettare la rata giornaliera di nolo e confrontarla con il running cost cioè con i costi diretti non variabili della spedizione. Questo ha permesso di elaborare una previsione triennale per il recupero dell’Ebitda e all’interno del cui orizzonte temporale sono state previste anche importanti dismissioni di asset non core (immobili e partecipazioni).
VIVAI
Settore particolarmente complesso e specializzato oltre che suddiviso in molteplici referenze. Una delle esperienze più difficile perché ha richiesto uno studio particolarmente approfondito dell’azienda e del suo contesto traendo tra le altre cose la convinzione che si stava operando anche in un settore debole e ad alto rischio.
L’attenta analisi della dinamica della rotazione e delle scorte minime riferite alle referenze, ha permesso di ridurre gli sprechi e di studiare ed elaborare un piano di uscita dalla crisi diretto in particolar modo ai soci conferitori e alle banche finanziatrici.
Strumenti particolari come le cambiali agrarie che erano state emesse precedentemente alla crisi dall’impresa, ha richiesto anche un attento esame del contesto giuridico soprattutto per ciò che concerneva la tematica dei privilegi speciali.
VETRO E CRISTALLO
Società già quotata alla borsa valori di Milano per la quale abbiamo attestato il piano di concordato in continuità di uno dei leader mondiali nella produzione di vetro e cristallo. Le nostre prestazioni sono state in questo caso richieste attraverso due studi leader in Europa in campo legale e finanziario.
L’attestazione del piano ci ha fatto incontrare notevolissime complessità e ci siamo spesso confrontati con situazioni molto difficili da risolvere tecnicamente tra le quali la necessità di dover pagare fornitori strategici durante la procedura, un analisi di coerenza del budget di vendita con la previsione di nuovi mercati, la constatazione dell’esistenza di pegni rotativi sul consistente magazzino e la loro ponderazione sul valore globale per ben calcolare le dinamiche del circolante, un’analisi degli investimenti e una riorganizzazione industriale riguardante il “fondo linea”, uno studio sulla compatibilità del debito con un’ ipotesi di transazione fiscale e di fattibilità della stessa, la necessità di interventi sul capitale con diritti differenziati dei soci, la emissione di strumenti finanziari partecipativi diretti ai principali creditori, lo scioglimento contratti pendenti e degli accordi quadro con società collegate.
L’uscita dalla crisi è stata sancita dall’omologa del concordato e da una fase esecutiva con Ebitda positivo e a due cifre.
BARTERING, PUBBLICITA’ IN CAMBIO DI MERCI
Settore molto complesso quello del bartering anche se il termine deriva dall’antico baratto. Nel caso affrontato ci siamo trovati di fronte ad una rilevante azienda che per errata gestione del ciclo aveva squilibrato gli impegni contrattuali pubblicitari rispetto alle reali consistenze di magazzino.
Tale squilibrio ha velocemente compromesso la struttura patrimoniale ed economica dando luogo ad un deficit finanziario che ha causato rilevanti omissioni di versamenti erariali e contributivi. La conseguente manovra finanziaria ha imposto la presentazione di una transazione fiscale e contributiva per l’abbattimento di una rilevante quota di debito e una difficile trattativa con i principali fornitori operativi per farli aderire ad una soluzione stringete ma certamente migliore si qualsiasi altra alternativa in concreto praticabile.
SOCIETA’ IN HOUSE
Siamo stati i primi in Italia ad attestare un piano di concordato in continuità di una società in house (società privata a partecipazione pubblica). Abbiamo svolto l’incarico dopo aver vinto la gara di assegnazione principalmente basata su titoli ed esperienze.
Nella fattispecie il pubblico servizio svolto era di igiene pubblica e ambientale. La principale difficoltà è stata quella di inquadrare le cause della crisi e poi di attestare un piano di turnaround basato su degli assunti di uscita dalla crisi stessa.
Tra le cause della crisi l’accumulo di complessivi euro 24,2 milioni di crediti per il tributo TIA / TARI / TARSU con gravi ritardi nell’avvio delle procedure di incasso, che è stato gestito mediante la sostituzione del sistema di riscossione dei predetti tributi con un sistema tributario con il Comune, unico ente impositore, destinato a versare direttamente alla società i corrispettivi per la prestazione del servizio pubblico in seguito al passaggio da tariffa a tassa (da TIA a TARI) in base alla legge 214/2011 art. 14.
Il piano di rilancio ha inoltre previsto una strategia ambientale e gestionale virtuosa, improntata verso scelte nei servizi di raccolta e trattamento dei rifiuti che favoriscano le “best practices” di Prevenzione, Riduzione, Riuso e Riciclo dei rifiuti, anche attraverso un percorso partecipato e trasparente con i cittadini, consapevoli che le buone pratiche virtuose e innovative sono positivamente contagiose. Il piano è perfettamente riuscito e l’azienda si trova ad oggi in una fase di normale funzionamento.
TELECOMUNICAZIONI E SOFTWARE HOUSE
Si è trattato qui di gestire la crisi di una società fornitrice di importantissime realtà internazionali e multinazionali tra cui Telecom, Stet, Autostrade e compagnie telefoniche, quali Edisontel , Albacom, British Telecom, Accenture e Siemens.
Situazione societaria, situazione del capitale e cause della crisi:
perdita del going concern;
situazione di ingente deficit patrimoniale che richiedeva di essere affrontata attraverso una procedura concorsuale strutturata per evitare rischi e responsabilità a carico degli amministratori;
presenza di cinque soci in quote paritarie che erano anche gli amministratori della società nonché garanti e fideiussori della medesima per importi molto consistenti.
Individuazione della procedura applicabile al caso:
scelta di una procedura concorsuale a carattere liquidatorio individuata nel concordato preventivo con cessione di beni ai creditori;
non si sono fatte le classi ma si è seguita la tradizionale distinzione tra privilegiati e chirografari. A queste due categorie dei creditori si è aggiunta una terza categoria, denominata “dei postergati” costituita dai soci / ex amministratori, priva del diritto di voto, i quali hanno postergato i loro crediti alla integrale soddisfazione delle prime due categorie di creditori;
Caratteristiche del Piano di concordato:
perizia di stima dell’immobile credibile;
suddivisione dell’immobile in tre porzioni e posizionamento a reddito di ognuna delle tre porzioni generando locazioni attive per circa euro 140 mila (circa il 6,5% del valore dell’immobile);
“blindatura” dei canoni di locazione mediante richiesta di fideiussione bancaria ai conduttori;
ricerca e reperimento di un acquirente interessato all’acquisto di un immobile “a reddito” il quale ha presentato una offerta irrevocabile al concordato.
Risultato finale:
società salva;
chirografi e privilegiati pagati al 100%;
liberati i soci da ogni impegno garantuale mediante ritiro e annullamento fideiussioni.
METALMECCANICO
In questo caso si è trattato dell’attestazione circa un’operazione di risanamento di un importante società del Nord – Est tra l’altro fornitrice di componentistica per la Mitsubishi.
L’operazione, che è stata incardinata nell’ambito di un accordo di ristrutturazione del debito ex art. 182-bis L.F. assistito da una transazione fiscale prevista dall’art. 182-ter L.F., si è dimostrata molto complessa a seguito della difficoltà di alcuni istituti a giungere celermente alle necessarie delibere, iter che si è comunque concluso positivamente.
Durante le trattative con il ceto bancario la società ha impiegato utilmente il tempo a disposizione per concentrarsi e realizzare due direttrici fondamentali:
- valorizzare il proprio vantaggio competitivo identificabile nell’elevata capacità tecnica delle lavorazioni effettuate grazie alla presenza di significativi impianti e tecnologia;
- superare una causa endogena della crisi, ovvero l’eccessiva concentrazione su un unico cliente (in quel caso la Mitsubishi) mediante la strutturazione di partnership stabili con produttori italiani
Il piano è perfettamente riuscito e la società si trova adesso in una situazione di normale funzionamento.
SOCIETA’ DETENTRICE DI IMMOBILI INDUSTRIALI
Trattasi di una società posta in testa ad un sociogramma ove le collegate e controllate erano tutte società in procedura (concordato preventivo in continuità aziendale, concordato liquidatorio e fallimento).
La società aveva, a propria volta, rilevanti impegni (debiti senior) nei confronti di una banca, che aveva nel frattempo ceduto il credito ad un veicolo nel contesto di un’operazione di cartolarizzazione e nei confronti di una società di leasing in quanto deteneva un immobile in locazione finanziaria e il cui piano di leasing si presentava appena all’inizio e già con molte rate scadute.
La società era inoltre uscita da qualche anno da un concordato preventivo solo in parte realizzato.
Per uscire definitivamente dalla situazione di crisi si è scelto in ultimo di ricorrere ad un accordo di ristrutturazione dei debiti cui sono stati fatti aderire il veicolo gestore del credito senior e la società di leasing.
Al primo creditore è stato proposto di rinunciare ad una parte consistente del credito e di accettare il pagamento del residuo mediante una duplice modalità e cioè in parte in ammortamento e in parte legato ad una operazione di dismissione immobiliare ovvero di rifinanziamento del debito.
Al secondo creditore, cioè alla società di leasing, è stato proposto di accettare una quota una tantum a ristoro delle rate scadute e a scadere e di riprendere indietro l’immobile a saldo di ogni e qualsiasi pretesa.
L’accordo è stato sottoscritto da entrambi i creditori aderenti e la società è stata salvata.
COMPONENTISTICA INDUSTRIALE
Abbiamo qui trattato il caso di un fornitore di componentistica della Whirlpool. L’istituto giuridico adottato è stato quello del concordato c.d. “misto” cui si combinano componenti liquidatorie alla continuità aziendale.
Per quello che concerne le componenti liquidatorie è stato messo in piedi un piano di vendita di immobili non core per circa € 6,0 milioni atto a rimborsare tutti i creditori ipotecari.
La componente continuità, invece, è stata sostenuta indirettamente attraverso un’operazione di affitto di due rami di azienda in un orizzonte temporale di cinque anni i cui canoni sono stati destinati al pagamento dei privilegi generali e, parzialmente, del ceto chirografo.
L’operazione è stata resa complessa da una rilevante quota di debito in mano a creditori pubblici qualificati (agenzie fiscali e INPS) che, comunque, hanno alla fine accettato la proposta concordataria loro diretta.
CARNI E INSACCATI
Società detentrice di marchio storico e già facente parte del gruppo Parmacotto. Trattasi di tipica salumeria toscana, dalle origini produce e commercializza prodotti di antica ed esclusiva lavorazione, caratteristica della cucina tradizionale regionale: il Prosciutto Toscano D.O.P, il Salame Toscano, la Finocchiona IGP, gli Arrosti con cottura tradizionale, la Linea di Prodotti di Cinta Senese.
La crisi in tal caso è derivata da un completo squilibrio della struttura patrimoniale causata da una serie di precedenti operazioni straordinarie i cui effetti non erano stati ben ponderati.
La posizione finanziaria netta e l’ulteriore indebitamento non erano quindi compatibili con l’Ebitda generato dalla gestione.
Per riequilibrare la situazione si è quindi ricorsi ad un’operazione di concordato in continuità aziendale diretta all’interno del quale si è dovuto proporre ai creditori una manovra molto impegnativa che alla fine è consistita nel taglio di circa € 15 milioni di indebitamento coincidenti con una riduzione in termini assoluti del 65 % dello stesso.
La manovra finanziaria, ove era prevista anche l’emissione di strumenti finanziari partecipativi da dare ai creditori più strutturati, è stata infine positivamente votata a larga maggioranza permettendo alla società di rimborsare progressivamente l’indebitamento concordatario in un orizzonte temporale di sette anni.
ACCIAIO E FILI RESISTIVI
Importante azienda del Nord – Est in orbita di un grande gruppo multinazionale nel campo dell’acciaio. La società era entrata in crisi a causa del crollo dei mercati mondiali e delle difficolta di reperimento della materia prima di riferimento (nickel), la cui quotazione ha determinato un impatto negativo sui prezzi dei prodotti finiti, sugli stock e conseguentemente sul primo margine (ricavi-consumi).
Si è pertanto innescato un circolo vizioso sfociato anche a livello finanziario nella possibilità di acquistare dai fornitori solo con modalità “a vista”, in una limitata operatività delle linee di cassa e nella impossibilità di smobilizzo degli effetti in portafoglio.
Il piano di risanamento ha previsto una proposta in parte di consolido e in parte di stralcio dei debito bancario con il ripristino di una parte di accordato operativo sui fidi che, ridando ossigeno finanziario alla società, ha permesso di impostare un piano industriale di ripresa e risanamento.
TRASPORTI SPECIALI
Azienda di trasporti speciali con autotreni adibiti a trasporti eccezionali di prefabbricati. L’azienda negli anni si storicizza e cresce sul mercato grazie all’acquisizione di nuovi clienti e di lavori importanti, primo fra tutti lo Stadio Olimpico di Roma in occasione dei Mondiali di calcio Italia 90. Negli anni successivi i risultati economici sono piuttosto soddisfacenti. Nel venticinquennale dalla fondazione la società era arrivata a disporre di una flotta aziendale composta da 14 automezzi completi di cui 6 adibiti a trasporti eccezionali.
Negli anni successivi la società iniziava a soffrire oltremodo della crisi economica generale, in particolare della conclamata crisi del settore dell’edilizia, settore principale in cui aveva sempre operato. Inoltre l’eccesso di offerta di trasporti sul mercato determinava la necessità di dover applicare tariffe non particolarmente remunerative il tutto in presenza di un costante aumento dei costi diretti di produzione (carburanti, autostrade, manutenzioni, costo del personale ecc. ecc.).
Allo scopo di affrontare e superare lo stato di crisi, la società approvava un piano di rilancio industriale e di ristrutturazione economico finanziaria in continuità aziendale, fondato principalmente:
sulla prosecuzione della attività di autotrasporto con mantenimento della capacità produttiva esclusivamente per quei beni strumentali destinati alla continuità;
sulla drastica riduzione dei costi, sul ridimensionamento della struttura aziendale da attuarsi mediante la vendita dell’immobile di proprietà della Società, la dismissione degli automezzi di proprietà o di quelli in uso a titolo di leasing in modo da ridurli alla metà, la riduzione della forza lavoro.
Il piano giungeva a buon fine nella fase esecutiva del concordato.
AEROPORTI
Società dotata di un robusto capitale sociale, circa euro 14 milioni, suddiviso tra fondi di private equity, banche, enti locali e istituzioni. La società gestiva un solo scalo facendo sempre affidamento sul sostegno finanziario degli azionisti. Lo scarso numero di passeggeri non ha mai permesso allo scalo di chiudere un bilancio in utile, e nemmeno in pareggio, se non per l’effetto di contributi destinati al sostenimento delle spese di gestione.
Lo scalo aveva un’operatività di 24h su 24 per voli umanitari e di stato.
Nel corso di un esercizio, ad esempio, si sono registrati n. 3147 movimenti totali, per n. 4861 passeggeri (con la media di n. 4,3 voli al giorno).
Con tali dati la società negli ultimi 10 anni aveva conseguito sempre perdite e difficoltà a produrre flussi di cassa adeguati all’operatività. I ricavi derivanti dall’attività operativa non sono mai stati sufficienti per mantenere la struttura che ha sempre necessitato dell’apporto finanziario dei soci.
Si era anche tentato un processo di privatizzazione ma l’intera procedura non è andata a buon fine a causa di un contenzioso che si era innescato, da una parte, tra il soggetto privato individuato quale gestore e, dall’altra, Ministero dei Trasporti, Ministero delle Finanze ed Enac.
In tale scenario si è adottata l’unica procedura possibile tesa a salvaguardare tutto gli interessi in campo e cioè quella del concordato preventivo liquidatorio (nella fattispecie con cessione di beni ai creditori). La società ha di conseguenza evitato il peggiore scenario costituito dal fallimento.
GRANDI PROGETTI
In questo la consulenza è stata rivolta ad un gruppo familiare intergenerazionale che abbiamo inizialmente assistito per la richiesta di un finanziamento in pool di complessivi euro 10 milioni funzionale alla realizzazione di un Polo Commerciale con annessi parcheggi interrati, opere di sistemazione esterna, viabilità e collegamento con altro adiacente centro commerciale.
I complessivi costi di costruzione e oneri di urbanizzazione per il completamento del progetto - esclusa l’area e gli interventi già realizzati - ammontavano a complessivi euro 17 milioni. Preliminarmente si è dovuta risolvere la situazione con due banche che non desideravano partecipare all’iniziativa ed anzi avevano manifestato l’intenzione di uscire dalla posizione finanziaria della società interessata.
Il nostro intervento ha permesso alla società di rimanere costantemente in bonis senza dover ricorrere a nessun istituto giuridico per la regolazione negoziale della crisi di impresa e alle banche finanziatrici di poter contare su un idoneo presidio garantuale che è stato acquisito progressivamente e a stato di avanzamento dei lavori.
Ad oggi il polo commerciale è stato completamente costruito e la società sta sul mercato umbro e nazionale con un alto livello reputazionale.
ALTRE INFORMAZIONI
Nell’ottobre 2017, siamo stati tra i 3 professionisti italiani invitati alla selezione per l’affidamento diretto dell’incarico di attestatore del piano di concordato in continuità di ATAC S.p.A, azienda della mobilità del comune di Roma (euro 1,2 miliardi di indebitamento).
Scopri di più >SETTORE TERMALE
Ha acquisito una notevole esperienza nel settore termale grazie ad una nomina istituzionale a commissario giudiziale di una delle principali società operanti nell’ambito del termalismo nazionale. L’attività svolta ha riguardato in particolar modo la vigilanza nell’ambito di una procedura di concordato in continuità diretta con finanza esterna data in aggiunta ai flussi di cassa per sostenere la proposta ai creditori sociali.
Particolarmente complessa è stata la comprensione del settore e delle business unit che componevano il core business aziendale e le tematiche relative alla valutazione del marchio nonché dell’azienda in concordato.
L’attività commissariale si è completata con una relazione inerente la conferma circa la veridicità dei dati aziendali, la fattibilità del piano di concordato e i profili di convenienza dei creditori rispetto a scenari alternativi, oltre alla inventariazione di tutto il patrimonio aziendale.
ESPERIENZE IN AMBITO CONCORSUALE
Annoveriamo oltre 30 nomine in ambito concorsuale quali curatori di fallimenti e commissari giudiziali o liquidatori in concordati preventivi liquidatori e in continuità diretta o indiretta.
Soprattutto in tali ultime procedure abbiamo acquisito una notevole esperienza dal lato concorsuale circa la tutela dei valori aziendali.
Nei concordati preventivi abbiamo spaziato in vari settori, dalla produzione di componentistica per il settore dell’energia, alle forniture strategiche al Ministero della Difesa, alla progettazione e realizzazione di impiantistica industriale.
ATTIVITA’ DI LIQUIDATORE CIVILE
Abbiamo svolto anche attività di liquidatore civile per conto di Goldman Sachs che deteneva veicoli d’investimento immobiliare in Italia con controvalori superiori a euro 200 milioni e tra questi uno proveniente dallo spin off di nota fondazione bancaria.
La nostra attività è consistita nel liquidare le componenti residue degli attivi una volta che l’oggetto sociale dei veicoli era stato raggiunto.